giovedì 23 settembre 2010

L'étoile de mer, Corbu e Robert

A volte mi chiedo perché si viaggi in paesi lontani alla ricerca di eden esotici quando angoli di  paradiso sono a un tiro di schioppo, vicini e facilmente raggiungibili. Domanda banale dalla risposta però complessa e articolata, le ragioni sono molteplici, ma lasciamo stare, questa è un'altra storia. A Cap Martin, pochissimi chilometri dopo Ventimiglia, si trova un sogno di posto. Oltre che naturalmente in macchina,  ci si può arrivare a piedi da Mentone, oppure in treno, scendendo alla minuscola stazione di Roquebrune-Cap Martin


Si prende la direzione del cartello, Promenade Le Corbusier e lungo una stradina romantica e piena di fascino (che porta a piedi da un lato  fino a Mentone e dall'altro fino a Montecarlo) si comincia a godere a pieni polmoni della vista tutt'intorno: scorci verdi e blu, la spiaggia del Buse, il mare con la rocca di Monaco sullo sfondo, il borgo medievale di Roquebrune sulle alture a destra con tanto di castello (ci abitava con la sua schiera di bambini adottati in giro per il mondo Josephine Baker, la Venere Nera, che cantava "J'ai deux amours" con la mitica gonnellina di banane). Certo il sole è un ingrediente fondamentale, ma lui  da queste parti c'è quasi sempre.


  Un centinaio di metri e sono arrivata dagli amici Magda e Robert, se  casa loro non è un eden perfetto, perché sono assenti il serpente e l'albero della conoscenza, grappoli gonfi d'uva invece di mele tentatrici, poco ci manca.  D'estate loro abitano qui, all'Etoile de Mer che sta per Stella di Mare, in quella trattoria preservata gelosamente come un tempo che Thomas Rebutato ha aperto nel luglio '49 in questo angolo di paradiso. Thomas, che si fa chiamare Robert perchè il suo nome non gli piace, è un signore semplice ed alla buona, ha un'impresa idraulica a Nizza, ma anche un buon naso e soprattutto ci vede lungo: il suo ristorantino ruspante sul mare avrà un gran successo, futura meta alla moda per tutta la crème internazionale della Costa Azzurra che ama andare a mangiare sulla terrazza davanti al mare il pesce appena pescato. Corbu sta per Le Corbusier, uno dei grandi architetti del XX° secolo, uno che cerca "la poesia nel rigore"  che sarà il primo cliente dell'Etoile de Mer. L'architetto conoscerà il posto ed i Rebutato durante un soggiorno nella villa a pochi metri di distanza della designer internazionale Eillen Gray e Jean Badovici ( villa decorata dei suoi affreschi murali). Robert o meglio Robertino (per distinguerlo dal padre) sta per Robert Rebutato, il figlio di Thomas, che a 11 anni aiuta papà, servendo i clienti a tavola, mentre la mamma spignatta in cucina. L'incontro e la consuetudine di frequentazione con Le Corbusier,  guida  e maestro per Robertino, ne segnerà tutta la vita. 

Thomas racconta un sacco di palle agli ingenui commensali che adorano ascoltarlo, fa colore locale: si inventa lupo di mare mentre branzini ed orate li compra in realtà al mercato, definisce scoiattolo la pantegana  appena passata di soppiatto, sforna ricordi impossibili sulla sua  presunta partecipazione alla campagna militare dei Dardanelli, quando in quell'epoca non era ancora nato. A Corbu questo posto piace proprio tanto,  un giorno in due ore dipinge il suo Thomas-Robert sulla facciata esteriore dell'Etoile de Mer e poi la parete tutt'intorno ( per ovvie ragioni di preservazione, l'attuale è una copia, l'originale è stato esposto alla sua morte alla Galleria Denise Renée di Parigi in Bd. Saint Germain). Secondo le teorie pittoriche del maestro, che non è solo architetto, il quadro viene concepito "non come una superficie, ma come uno spazio" in cui gli oggetti si articolano sulla parete come i volumi nello spazio architettonico

Le Corbusier si mette d'accordo con Thomas che lo autorizza a costruire lì attaccato nel 1951 il Cabanon: 15 metri quadrati in cui tutto è previsto per chi sa sbarazzarsi del superfluo, due letti che fungono anche d'armadio, una sedia, uno sgabello, un lavandino, vista superba sulla baia di Monaco. Struttura  minuscola, funzionale ed essenziale,  com'è nel suo stile, sarà il suo "Castello sul mare" per le vacanze del mese di agosto, il suo regalo di compleanno alla moglie, luogo privilegiato ed amatissimo per meditare, disegnare, scrivere. Cassina l'ha riprodotto e presentato nel giardino della Triennale durante la Fiera del Mobile di Milano di qualche anno fa. C'è il progetto di installarlo in uno spazio davanti alla stazione per proteggere dall'usura delle visite quello originale. 

Accanto una capanna se si può ancora più piccola, lo studio, o il "pensatoio"  come mi piace definirlo.                                                                                          


In cambio, nel 1957, Corbu fa edificare le Unités de Camping,  5 stanze appollaiate su delle palafitte che i Rebutato  potranno affittare nei mesi estivi ai vacanzieri, idea utilissima, perchè fonte di reddito per quando l'Etoile de Mer cesserà la sua attività come ristorante nel 1969.  Sulla parete il famoso "Modulor", sistema di proporzioni armoniche applicate dall'architetto in tutti i suoi progetti: l'altezza dell'uomo in piedi e quella  dell'uomo in piedi col braccio alzato. Molte altre misurazioni dipenderanno sempre dalle posizioni più frequenti assunte dall'uomo, in piedi, seduto, appoggiato coi gomiti. Le Corbusier cerca fin da giovane di penetrare il mistero dell'equilibrio delle forme, dell'armonia degli spazi e dei volumi e il Modulor sarà il risultato delle sue ricerche negli anni, la sua "sezione aurea", il suo "numero d'oro" come per i costruttori dell'antichità.
In semplicità e familiarità, fra i tre, padre, figlio e mitico architetto nasce una grande amicizia che durerà tutta la vita, fino a quel 27 agosto 1965 in cui Le Corbusier ha una crisi cardiaca che lo stronca in mare, durante la sua solita, lunga nuotata. Quella volta era da solo, difatti non si era tuffato dai suoi soliti scogli sotto casa, ma dalla spiaggia; per 16 anni lui e Robertino hanno sempre nuotato insieme uno accanto all'altro, insieme hanno preso l'aperitivo, mezzogiorno e sera, insieme hanno fatto a piedi la passeggiata digestiva dopo cena verso la stazione e ritorno.



Autodidatta, Le Corbusier è stato un avversario risoluto di scuole ed accademie, logico che anche al suo  giovane amico Robert, seguito per tutta una vita e poi divenuto collaboratore, abbia fatto fare la dura gavetta in tantissimi cantieri, da manovale a specialista in cemento armato, da impiegato dell'ufficio tecnico al prestigioso atelier d'architettura parigino. Per scrivere questo post per la prima volta ho provato a cercare Robert Rebutato su google e ci ho trovato circa 30 pagine; urca, non lo sapevo che fosse così importante. Per architetti ed estimatori la più piccola costruzione del maestro Le Corbusier è un luogo di pellegrinaggio, per me venire all'Etoile de Mer significa semplicemente venire a trovare gli amici Magda e Robert e agli amici  vuoi bene e basta senza studiare il loro curriculum vitae. C'è molta documentazione in circolazione per saperne di più, per la preservazione dei luoghi ci sono per fortuna gli sforzi della Association pour la Sauvegarde du site Eileen Gray et Le Corbusier à Roquebrune Cap-Martin di cui Robert è presidente. A me interessava solo raccontare della bellezza del posto, della  storia privata di questa amicizia con i ricordi in diretta di Robert e della discreta sorella Monique, delle palle di papà Thomas rievocate ridendo, del menù di quegli anni dell'Etoile de Mer: zuppa al pesto, ricci di mare, spaghetti al pomodoro e parmigiano, trippa, i farciti nizzardi e poi naturalmente vino rosso e aperitivo a base di pastis.
  

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